imgresDio è onnipotente, ma non alla maniera degli uomini.
Dio è onnipotente solo nell’amore. E dove manifesta massimamente questa sua onnipotenza? Dall’alto della croce, suo trono.
Su quel legno, il Signore compie il giudizio di Dio sui suoi nemici: perdona e dona il Regno ai malfattori, dà la vita a chi gliela toglie, si fa condannare e uccidere per poter stare in noi. Questo è l’unico giudizio che ci attenderà!

La croce è la vittoria decisiva di Dio.
Lui perdendosi ci ha trovati, facendosi maledire ci ha benedetto, rendendosi impotente ci ha rivestiti di potenza, nel fallimento ci ha rigenerati.
Sul Calvario Dio è crocifisso in mezzo a tutti noi che facciamo il male! Tutti i santi sono malfattori graziati dalla croce.
La croce è il perdono massimo che ci potesse essere elargito: s’è fatto presenza un Amore più grande di ogni peccato commesso e di ogni male subìto.

Dio, in Gesù crocifisso, si fa accanto ad ogni crocifisso della storia. E quindi a me. Lui è qui con me, perché io possa essere con lui.

Tu sarai con me, dice Gesù al malfattore. Sì, tu sarai con me, perché “Io sono” l’Emmanuele: il Dio con te. Tu, come Adamo, non sei stato con me, sei fuggito da me, ma io sono sceso fin qui all’inferno per poterti recuperare, per cui ora tu puoi abbandonarti a me. Sono venuto con te sulla croce, perché tu tornassi con me nel Regno. Vivremo insieme per sempre: tu con me perché «io sono con te».
Nulla potrà più separarci (cfr. Rm 8 35), perché il mio amore è per sempre con te. Io sono solidale con il tuo dolore affinché tu sia solidale con la mia gioia (Mt 25, 21.23).

Il santo Cottolengo soleva dire: «Tutto s’impara ai piedi della croce». Cosa s’impara dinanzi al crocifisso?
S’impara a conoscere chi è Dio, chi sono io e chi è l’altro. Imparo il vero volto di Dio, l’amore ‘folle’ che in quanto tale può solo donare e amare. Imparo la sua misericordia che è attratta dalla mia miseria.
Imparo che sono l’amato, di un Amore talmente fedele che sta con me anche quando io non sono con lui, che sale con me su tutte le croci sulle quali m’arrampico per cercarvi un po’ di vita. Che preferisce morire purché io non muoia.
Imparo che sono degno di stima, sempre. Che per quanto fango io mi possa gettare addosso, io son sempre il suo figlio prediletto.
Imparo che l’altro non è più il nemico dal quale dovermi difendere, ma il fratello che posso finalmente raggiungere, realizzando così me stesso come figlio del Padre che ama tutti i suoi figli.
Imparo che l’unico modo di vincere è perdere, che l’unico modo di possedere è donare, che l’unico modo di vivere è morire nell’amore.

Paolo Scquizzato

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